00 31/10/2017 10:12
Il mattino seguente raggiungiamo Campotosto, un lago artificiale il secondo in Europa. Le sue dighe si trovano proprio sopra la faglia del sisma di Amatrice, a pochi chilometri. Il livello per adesso è tenuto bassissimo, ormai c’è più letame sulle sponde che acqua nel bacino. Le mandrie di mucche e cavalli scorrazzano liberamente in ogni dove; anche sulla strada, una strada amatissima dai motociclisti e infatti i guard rail sono quelli moderni con la bandana inferiore per proteggere i piloti delle moto che scivolano sulle fatte delle vacche in mezzo al bitume estivo.
Appena arrivati, dopo aver pranzato, prendiamo subito il quad e saliamo una stradina che conoscevo, nascosta e meravigliosa, all’interno di una faggeta secolare. In realtà in tempo di funghi di solito la salgono le auto fino ad uno stazzo. Oggi non c’è nessuno, il manto di foglie è di venti centimetri e le pietre le senti solamente al manubrio, improvvise. Dubito quest’anno ci salgano con una Punto.
Arriviamo allo stazzo estasiati; il posto è talmente bello che non ci fermiamo, continuiamo a salire finchè mi accorgo che qui, se mi beccano mi sequestrano tutto e poi, sta divenendo un sentiero e ciò non va bene. Ci fermiamo dieci minuti in assoluto silenzio.
Guardare gli alberi dondolati dal vento uno a ridosso dell’altro, mi fa venire in mente il sisma che noi abbiamo vissuto seppure da cento chilometri di distanza. Immagino che l’ondeggiamento sia stato simile ma ben più repentino, ben meno dolce. Una frustata che ha disteso completamente la bella Amatrice e tutti i borghi a Lei vicini. Decine di morti e migliaia di senza tetto…..tutt’ora in questa matta Italia!!!!
Arriviamo al lago; un bel posto malgrado tutto, immenso riflesso dei colori autunnali e di questo cielo terso. Talmente bello che invoglia a scendere sulle rive a provare l’ebrezza di correre lungo lago e anche di scampare ad una denuncia penale se ci beccano (lo abbiamo saputo dopo).
Corriamo un po’, poi, lascio il destriero in mano di Flo che finalmente si esibisce in testacoda sulla fanghiglia della battigia.
Sono lontano un centinaio di metri e ad un certo punto la vedo fermarsi, troppo vicina all’acqua, vroom vroom…..dentro!!!
Caz… capisco subito che se vien fuori facile ok, altrimenti siamo nella cacca.
Gli faccio cenno di spegnere tutto e corro verso di Lei.
Quando arrivo noto subito che è appanciato e le ruote sono ormai lisce come quelle delle F1 all’ultimo giro. So che dovrò sudare ma quanto abbiamo fatto quella sera è da raccontare bene perché serva da lezione……