Ciao, come ho già scritto qualche tempo fa, di salite estreme ne ho affrontate diverse.
La cosa più importante, a mio avviso, è prima di tutto controllare se oltre la salita c'è il sentiero che continua, se ci sono dei grossi cespugli che ostruiscono la visuale, controllare cosa c'è dietro e valutare il percorso, solo dopo si decide se affrontare il percorso.
Spesso questi tratti con pendenze folli
presentano dei solchi scavati dalle piogge e se sono troppo profondi per il nostro mezzo, vanno leggermente appianati, altrimenti il cappottone è pronto e servito.
Passo successivo, il primo che affronta la pendenza ( ovvero la cavia ) deve essere appoggiato ( non moralmente
) dal gruppo che segue per acchiapparlo al volo in caso di pronto ribaltamento. Vi assicuro che 300 e passa Kg a dosso fanno molto male.
Molte volte con il mio gruppo ci siamo trovati bloccati su salite hard dove le ruote affondano nella terra scavata dall'insistenza sull'acceleratore. Cosa fare! Facendosi aiutare, fare marcia indietro con calma per sbloccare il quad dalla spanciata di circa 50 cm, riempire le buche e ripartire.
La posizione di guida in salite così estreme è fondamentale. Ovvero bisogna stare in piedi sulle pedane proiettando il corpo in avanti in modo vistoso, partendo da fermo o meglio in movimento con ridotte e 4 ruote motrici inserite tenendo un'andatura piuttosto allegra e quando si arriva nel punto critico ( c'è sempre un punto critico ) cercare di bilanciare con il peso del corpo e qualche colpo di reni, senza indugi. Se proprio non ci riuscite, ecco gli "amici" quelli che non scappano che vi aiutano a non ribaltare. A quel punto l'ultimo sale come su un'autostrada, perchè il terreno è bello che spianato e ha già visto gli altri soffrire
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Saluti, Marcello.
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Marcello
Can-Am Renegade 500